Storia
Il caseggiato è un’antica corte di fine 800′ a forma di quadrilatero con il cortile interno. Serviva come sosta per il cambio dei cavalli, per il commercio tra la città e la montagna e viceversa. La villa centrale era la residenza del padrone, dove al piano terra vi era l’osteria, nel cortile vivevano il contadino, il fabbro, il falegname, il fornaio. Le due stalle: quella dei cavalli e quella delle mucche, e anche la bottega sul fronte della strada sono testimonianza che tutto si svolgeva all’interno della corte. La struttura a quadrilatero col cortile interno o aia è unica anche dal punto di vista architettonica, chiamata appunto corte chiusa, ve ne sono pochissime fatte così: i porticati si susseguono per tutto l’edificio per la sosta al coperto, già allora avevano l’indole dell’accoglienza!
Ristorazione
Il valore aggiunto nella ristorazione viene dal fatto che la famiglia RICCI proviene da più di 30 anni di esperienza sul campo, in quanto già proprietari del noto ristorante “Laghetto dei Ciliegi” ubicato nella vicina Vignola. Diciamo che la prospettiva di pensione dei genitori e degli zii è proprio quella di passare dalla grande ristorazione, a una piccola, a gestione familiare dove il nome, l’esperienza e soprattutto la passione ne sono protagoniste.
Agricoltura
I vigneti si estendono per quasi 6 ettari di terreno collinare che producono cinque ottimi vini: il Lambrusco, il Pignoletto, il Cabernet Sauvignon, il Sauvignon frizzante e fermo. Le uve vengono conferite alle cantine in conto lavorazione per poi riportare a casa i nostri vini. Mentre l’aceto balsamico viene prodotto all’interno della corte con la passione e dedizione del nonno Alfonso.
Nella parte pianeggiante dietro casa, abbiamo messo a dimora il grano di Altamira per ricavarne la farina dal colore dorato per l’uso in cucina. Abbiamo qualche pianta di pero e di prugne ed un orto che ci dà: pomodori, zucchine, melanzane, cipolle, patate, ecc. Infine le galline razzolano nel pollaio donandoci ottime uova e la carne per il brodo e la cacciatora di pollo.
Acetaia
L’aceto balsamico inizia il suo percorso a settembre dove l’uva bianca “trebbiano” vendemmiata viene separata dalle graspe e fatta bollire per 18 ore nei “foconi”, da qui nasce il mosto cotto che va tenuto nei tini fino a gennaio, periodo dei travasi, dove l’aceto dell’anno prima messo nelle Badesse (botti grandi) va a rincalzare la botte più grande della batteria che ha rincalzato la seconda che ha rincalzato la terza e via via fino alla più piccola dove è stato tolto il prodotto pronto per l’imbottigliamento. La batteria normalmente è composta da 7 botti di legni diversi, necessari per dare al futuro aceto quel caratteristico sapore composito. Il resto lo fa la natura, il tempo e la pazienza che trasforma il mosto in aceto balsamico e dopo 12 anni finalmente arriva il momento in cui possiamo offrire un prodotto ottimo e completo in tutte le sue caratteristiche: la giusta acidità, morbidezza e consistenza. Avendo ancora un po’ di pazienza verso i 25 anni si a l’extra vecchio, il famoso oro nero.
Progetti
In cantiere, dopo la ristorazione c’è anche il progetto nel lato est di creare un confortevole Bed & Breakfast dotato di camere accoglienti e del tutto indipendenti con bagno e angolo cottura, progettate sia per il soggiorno dei turisti che per esigenze lavorative.
Si sta valutando anche di creare nel cortile dietro casa, un agricampeggio con delle piazzole attrezzate e case mobili, e magari anche un agri-asilo, una fattoria didattica e perché no anche una bella piscina, insomma le idee in cantiere sono tante.